Lo rivela l' analisi di oltre 8 milioni di cartelle cliniche austriache pubblicata su 'Nature Communications'
Stress e alimentazione disordinata possono mandare in fiamme lo stomaco. Non è un caso che gli anti-acido siano da tempo fra i medicinali più prescritti. Ora però uno studio evidenzia come proprio il consumo dei farmaci per ridurre l' acidità di stomaco sia associato ad un aumento del rischio di sviluppare allergie. Lo rivela l' analisi di oltre 8 milioni di cartelle cliniche austriache pubblicata su 'Nature Communications'.
I risultati dei ricercatori dell' Università di Vienna forniscono una validazione nel mondo reale di precedenti osservazioni a livello sperimentale. Il nostro sistema immunitario normalmente tollera le molecole derivate dal cibo e dall' ambiente, ma in alcune persone può diventare ipersensibile, causando allergie. Al momento non è chiaro come si sviluppi questa ipersensibilità, ma l' aumento delle malattie allergiche nei Paesi industrializzati suggerisce che i cambiamenti nello stile di vita possono giocare un ruolo. L' ambiente acido dello stomaco aiuta a scomporre le proteine di origine alimentare in piccoli frammenti. E gli antiacido - comunemente usati per trattare le ulcere gastriche - possono interferire con questa fase della digestione del cibo. Di conseguenza, frammenti di proteine più grandi raggiungono l' intestino, dove possono agire sul sistema immunitario come protoallergeni. Il team di Erika Jensen-Jarolim ha valutato quanto questo processo possa avere un impatto sulla salute pubblica.
I ricercatori hanno studiato i registri dei farmaci da prescrizione relativi al 97% della popolazione austriaca per un periodo di quattro anni (2009-2013), scoprendo che i pazienti che prendevano inibitori dell' acido gastrico avevano il doppio delle probabilità di aver bisogno di un farmaco antiallergico negli anni successivi. In particolare, chi assumeva sei dosi giornaliere all' anno risultava a rischio, e il pericolo aumentava con un uso più frequente. Donne e persone anziane sono risultate più vulnerabili. Questi risultati, concludono gli autori, suggeriscono che i benefici per la salute legati agli anti-acidi devono essere attentamente valutati rispetto ai potenziali rischi.
fonte: 'Nature Communications'
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